Spesso i nuovi trend riguardano la moda, gli stili o il design, ambiti insomma prettamente privati. Invece questa volta il trend è tutto a sfondo sociale e dalle forti tinte verdi. Stiamo parlando della campagna Rifiuti Zero, un progetto internazionale volto all’abbattimento totale della produzione di rifiuti. In pratica, secondo le linee guida di questo ambizioso programma, entro il 2020 tutta la spazzatura prodotta sarà riciclata. Sembra fantascienza, ma non siamo in un romanzo di Isaac Asimov, poi se ci si ferma a riflettere sulle possibilità di riciclo e prevenzione la proposta non appare più così assurda. Per i più scettici basti dire che già San Francisco, Los Angeles, San Jose, San Diego, Oakland, Seattle, Toronto, Canberra e tante altre città negli Stati Uniti, Canada, Australia, Nuova Zelanda e Giappone hanno abbracciato le nuove politiche sostenibili aRifiuti Zero. Se pensate che queste cose avvengono solo all’estero e mai in Italia, vi sbagliate. Capannori in provincia diLucca è infatti il primo comune italiano ad aver abbracciato la politica dei Rifiuti Zero, grazie anche all’impegno del suoassessore all’ambiente Alessio Cacci. Entrando più nel dettaglio per capire come funziona questo progetto, bisogna rifarsi alla natura stessa, al suo essere un sistema di totale riciclo, dove nulla viene gettato. Il primo passo, e sicuramente il più importante, è quello di attivare un efficiente sistema di raccolta differenziata “porta a porta”. Attraverso questo sistema si può arrivare a riciclare tra il 70% e l’80% di tutti i rifiuti. Per il restante 30% oltre ad usare il Trattamento meccanico biologico ( un tecnologia di trattamento a freddo dei rifiuti indifferenziati e/o avanzati dalla raccolta differenziata che sfrutta l'abbinamento di processi meccanici a processi biologici), si possono attivare programmi di riduzione della produzione di rifiuti, o di incentivazione per nuove forme di consumo e quindi di rifiuto. Per tornare alla pratica, il comune di Capannori ha stanziato dei finanziamenti per le famiglie che passano all’uso dei classici pannolini lavabili, dopo aver visto che gran parte del rifiuto indifferenziato era composto proprio da questi. Oppure, si è attivato un progetto volto all’impiego di acqua del rubinetto nelle mense scolastiche, piuttosto che di quella in bottiglia. O si può incentivare l’antica usanza di comprare il latte nella classica bottiglia di vetro direttamente dal produttore, così si abbattono i costi di produzione e i rifiuti prodotti allo stesso tempo. Ma i vantaggi non finiscono qui perché meno rifiuti vuol dire maggiore risparmio. Solo nel 2007 il comune toscano haevitato di spendere 2,6 milioni di euro in discariche ed inceneritori. Questo guadagno è stato usato per 30 assunzioni, nell’acquisto di mezzi comunali ecologici ed in una riduzione del 20% sulla parte variabile della tariffa comunale per i rifiuti delle famiglie. Per chi fosse interessato, dal 18 al 21 febbraio aNapoli ci sarà il V° incontro internazionale Zero Waste. Ovvio che così si vanno ad intaccare gli interessi di chi con il commercio dello smaltimento dei rifiuti ci guadagna (in testa le organizzazioni criminali, vedi il caso Campania e simili), ma dai consumi agli stili di vita sono le nostre scelte che orientano la società. Per questo dovremmo batterci perché simili trend diventino uso comune, perché il miglior rifiuto è quello non prodotto. www.zerowaste.org http://www.comune.capannori.lu.it/ http://rifiutizerovda.altervista.org/ www.rifiutizerocampania.org http://rifiutizerotrapani.blogspot.com/ |
domenica 17 maggio 2009
RIFIUTI ZERO? SI PUO' FARE.......
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento